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giovedì 3 ottobre 2013

Il concetto di salute e malattia - Franco Basaglia


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Un individuo è dunque normale finché accetta le norme che vengono definite come le regole della ''convivenza civile'' e che, in realtà, corrispondono alle regole che stabiliscono la distanza fra chi ha il potere di determinare la legge e chi ha il dovere di subirla. La classe che ha il potere si identifica in queste regole perché sono connaturate con le sue esigenze, con i valori della sua vita e, implicitamente, esse servono a garantirli di fronte alla classe che ne paga e che quindi potrebbe invalidarli.
Anormale è quindi chi - in qualche modo non contemplato - mette in discussione queste regole, trasgredendole perché non rispondono ai suoi bisogni. Le condotte anomale sono dunque inizialmente una trasgressione codificata e codificabile di regole che vengono imposte come universali, cioè come rispondenti agli interessi e ai bisogni di tutti, mentre rispondono alle esigenze e agli interessi della classe che li stabilisce. La trasgressione è dunque un fenomeno relativo a dei valori imposti come assoluti, all'interno dei quali le ''risposte'' alla trasgressione non possono che essere assolute: punizione, pena, colpa, asocialità, confermate e assolutizzate nelle diverse branche della scienza che se le assumono in carico come puro oggetto di loro competenza, separando il fenomeno ''trasgressione'' dal contesto sociale in cui si manifesta e di cui la trasgressione stessa è parte integrante e significativa.
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Tale processo ha dato origine a una serie di corpi culturali che codificano e determinano i comportamenti, passano sotto silenzio i bisogni primari, ne creano di artificiali, insegnano agli uomini il significato della loro nascita, cosa sono, quali devono essere la loro vita e i loro ruoli, quale il rapporto da instaurare fra di loro, quale deve essere e quale forma deve assumere la loro morte. Se le religioni hanno avuto la funzione di manipolazione e di controllo attraverso la distinzione fra bene e male, premio e castigo, colpa e punizione, le scienze umane pare si siano specializzate nella focalizzazione del normale rispetto al patologico, del comportamento corretto rispetto a quello deviante, il tutto non più in rapporto ad un valore assoluto che - se pur a livelli diversi - accomunava tutti di fronte alla responsabilità dei loro peccati, ma in rapporto all'interesse del committente.
Queste discipline, anche se nate in nome dell'uomo e della sua liberazione, hanno avuto, cioè, la funzione di codificare i comportamenti normali, di definire i limiti di norma, di controllarne - attraverso terapia e reclusione - le deviazioni, non sulla base dei bisogni dell'uomo (cioè dei bisogni di tutti gli uomini), ma come risposta alle esigenze della legge economica, rappresentata dal gruppo dominante che deve contare sul controllo dei più per garantire il proprio gioco e il proprio potere. ...''


Scritti 1968-1980; Il concetto di salute e malattia; Franco Basaglia

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