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domenica 2 agosto 2015

L'esaminatore

La parte in corsivo è l'incipit preso da un esercizio di scrittura trovato su un blog per sviluppare un breve racconto.

Sto per aprire quella porta e credo che me ne pentirò.
O forse non me ne pentirò per niente.
Lo so, ho le idee confuse. Ma chi può affermare di averle chiare in situazioni come queste?
Però non voglio indugiare oltre. Dunque, allungo la mano verso la maniglia e, mentre imprimo quel tanto di forza sufficiente, trattengo il fiato e apro.

Tuttavia, a causa dell'agitazione che ancora mi pervade dalla testa ai piedi, non controllo bene i movimenti delle mie gambe, così facendo colpisco con la punta del piede destro la porta non ancora del tutto spalancata. Avendo tutt'ora la mano ben serrata sulla maniglia, mi ritrovo ad essere catapultata in avanti dallo spasmodico calcio che io stessa ho appena sferrato involontariamente. Ed è così che con l'eleganza di un elefante cieco e zoppo mi presento nell'ufficio del mio esaminatore.
Del nuovo ambiente in cui ho fatto irruzione, a causa della vergogna che mi pulsa forte nelle tempie, riesco a registrare un unico particolare, la cravatta della persona presente in quella stanza, è blu.
Fingendo disinvoltura mi rimetto in equilibrio come un acrobata di ginnastica leggera e richiudo la porta dietro di me.
Faccio un bel respiro prima di voltarmi.
In quel piccolissimo frangente di tempo vengo trafitta, come se fossero tanti minuscoli dardi, da quei segnali che durante la giornata precedente mi hanno intimato di rinunciare a quel colloquio, per quell'impiego ancora da definirsi. Eh già, poi chi la sentiva a Gesualda se non mi fossi presentata!? Posso immaginare con quali diaboliche prediche sarebbe stata capace di distruggermi:''Ma sei matta!? Mi sono fatta il mazzo per farti superare tutti e diventare prima della lista per questo posto e tu non ti presenti? Sei una miserabile fallita che merita il triplo della miseria che io invece sto patendo anche a causa tua!...'' bla bla bla. Che poi nemmeno ricordo di preciso dove l'ho conosciuta sta Gesualda, mah!
Chi le ha mai chiesto niente poi!?
Sì, è vero dopotutto, dovevo assolutamente trovare un ripiego per la mia strisciante vita, un alternativa al routinario svuotamento del frigo, riempito bisettimanalmente dagli assistenti sociali con alimenti difficilmente definibili come tali. Esco di casa solo per lasciare la spazzatura davanti al portone del palazzo, al resto ci pensa poi il portiere scorbutico... cavolo se odio quell'uo...
''Si accomodi''
La voce inaspettatamente profonda dell'esaminatore squarcia il silenzio che si era pacatamente instaurato.
''Oh, sì, certo, grazie''
Aggirando la seggiola posta frontalmente a quella scrivania così, così, così scolastica ecco, mi accorgo di aver macchiato i jeans, credo sia la crema del bombolone che mi sono concessa strada facendo. Oh chissenefrega! C'è un detto sui monaci e i vestiti che ora non ricordo ma che per la situazione sarebbe più che azzeccato.
Provo a sedermi cercando di far entrare le mie rotondità negli angusti e spigolosi spazi di quella seggiolina; abbattendo chissà quali leggi della fisica riesco nell'impresa.
Ho i due manici della sedia quasi completamente conficcati nella parte inferiore del petto, mi fanno un male atroce ai seni rendendomi anche difficile la respirazione. Riesco comunque a mantenere un'espressione indifferente, quasi sorridente.
Per la prima volta riesco a vedere in faccia il mio esaminatore.
Capelli neri, non troppo corti, umidi e ricciolini tenuti all'indietro. Carnagione chiara ma non esageratamante, definito da dei lineamenti molto delicati anche se chiazzati uniformemente da qualche ruga. Labbra fini che ben si accostano al mento non troppo mascolino. Niente barba e occhi apparentemente di un verde scuro con un taglio molto profondo, quasi mediorentale.
Puttana ladra che bono!
Avrà sulla quarantina se non di più, ma quelli maturi sono persino meglio.
''Bene, essendo lei arrivata in ritardo mi trovo costretto a saltare i convenevoli''
''Mi scusi, è solo che non...''
''Stiamo cercando una persona con peculiari caratteristiche per il posto vacante per il quale lei oggi è qui. Non ci interessa chi lei sia, quali siano le sue esperienze e nemmeno quali siano le sue credenziali a livello formativo. Se risulterà idonea al test che le somministrerò a breve, sarà assunta''
La sua voce e le sue movenze trasudano sensualità, cavolo alla fine ne è valsa la pena venire qui oggi!
''Le è chiaro quel che ho appena detto?''
''Sì, sì!''
''Bene, cominciamo!''
L'affascinante esaminatore solleva le mani unendole quasi in una posizione di preghiera a due centimetri dal proprio mento, protendendosi poi all'indietro sullo schienale della sua poltrona, quasi volendo prevenire che sbirciassi ciò che racchiudeva tra le sue dita. Diede poi lui stesso un'occhiata nelle sue mani giunte, come se volesse controllare che tutto fosse pronto.
''Stia pronta...''
Il cuore ha iniziato a battere più forte, il dolore al petto è peggiorato per la necessità di respirare più profondamente, un malessere generale causato dal terrore di fallire si è oramai impadronito di me. Nemmeno so perché adesso ci tenga tanto a questo colloquio...
''Sono pronta!''
Un istante di silenzio.
L'esaminatore inspira ad occhi chiusi.
Un istante dopo, spalancando le palpebre mostrando uno sguardo quasi spiritato, mi grida in faccia:
''L'UCCELLINO è VIVO O MORTO?!''