''Sai cosa non ti verrà
mai svelato?''
''No''
''Che improbabile è
possibile!''
''Non ti credo''
''Lo so, vuoi sapere
cos'altro non saprai mai?''
''Non saprei''
''Che impossibile è
improbabile!''
''Non ti credo''
''Lo so''
Non vedeva nessuno sul
sedile del guidatore, eppure c'era qualcuno con cui conversare, eppure l'auto
placida percorreva strade familiari in quella notte appiattita dai lampioni di
una città muta. Occupava il sedile del passeggero, colui che non credeva a quel
che sentiva.
''Sai cosa non sai?''
''No''
''Che tutto è una
potenziale bugia''
''Non ti credo''
''Lo so''
Quando l'auto imboccò
la stradina più inappropriata per la quiete dei pazzi, il buio iniziò a
deglutire la luce. L'auto si fermò in un parcheggio pieno di altre macchine, e
tenebra.
''Sai cosa nessuno
sa?''
''No''
''Che la bugia è solo
una leggenda dell'uomo, una sua invenzione. La bugia è una bugia''
''Non ti credo''
''Fai bene''
Ed ecco che colui che
non credeva a quel che sentiva vide delinearsi nell'aria, seduta al posto di
guida, una figura antropomorfa, bianca, glabra, minacciosa, opaca e fosforescente
con un solco appena visibile per bocca e due occhi neri, piccoli e stranamente
concavi. Colui che non credeva percepì il pericolo e l'immane potenza della
figura ma anziché tentare di scappare, essendo lui un pazzo, gli si scagliò
contro. Nulla fece invece, perché si ritrovò incapace di muoversi, rovesciato
malamente su entrambi i sedili, il risultato della sua inutile furia. La figura
continuò a parlare ma la sua voce divenne incomprensibile.
L'incredulo voleva
reagire ma scoprì di poter muovere solo la lingua. Disse in cuor suo il
pazzo:''Leccherò il mostro fino a ucciderlo!''
Potè sentire le ultime
parole comprensibili della figura:'' Tu non sai niente quindi sei schiavo, ma
non posso affrontare la tua follia''
Si svegliò di
soprassalto Reuel nel bel mezzo del suo deserto domestico, grondante di sudore.
Si era addormentato.
Ha sognato.
Ha sognato.
Ha avuto un incubo.
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