Gioisco immensamente quando arriva la tormenta,
attira la mia attenzione, soffia, tuona e canta,
se sospira sradica mente e cuore, ma non spaventa;
va cercando nequizia umana, la svilisce, l'agguanta.
Scuote forte la creazione, vanifica l'evoluzione;
solleva terre, mari e fra tutte, la peggior questione.
Chi è lei? Chi siam noi? E perché questa situazione?
Immersi nell'ignoto che or puzza di maledizione.
Ma la tempesta, funesta, magnifica, pure orrenda,
mi alza, mi gusta, mi sposta; io sono la mia tenda.
Adagio m'infesta la testa, in festa pensa immonda.
Chi pensa, io, Tempesta? Entrambi, mentre l'acqua abbonda...
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