Lacerato dall'interno.
Plenilunio d'inverno.
Freddo, freddo inferno.
Non mi toccare, non mi guardare, non rivolgermi pensieri d'indifferenza.
Sopravvivo per mezzo dell'assenza.
L'odio alimenta il desiderio per quell'oggetto che non m'appartiene.
Ma io sono un ladro, lo diverrò, ma non sarò un ladro capace.
Fallirò, per il bene di tutto, anche per il mio.
Il bene è il male di spalle. Perciò mi sottraggo al giudizio del cuore, che s'illude di bontà.
Comunque vada, immergerò l'incandescente ardore nel tempo che scorre, e nell'attesa che si spenga mi assopirò e con quel diadema infernale ancora in me, proprio nel tempo precipiterò e affogherò.