Che ne è di quel bambino che prende coscienza d'esser tale? Che capisce che i suoi giochi sono stupidi, i suoi interessi infantili e che ha ambizioni risibili? Sporco di disagio protende verso altro, verso l'alto.
Eppure ieri, già ometto di poco cresciuto, mi sono scoperto nuovamente bambino. Domani penserò lo stesso di come sono oggi.
Il mio dramma è che ho risolto il dilemma, cioè che nessuna persona potrà mai sottrarsi dalla multiforme mediocrità che possiede tutti, indiscriminatamente.
Ma a differenza dei bambini, ahimè, gli individui fatti e finiti non hanno più la predisposizione a crescere ma solo di notare ed evidenziare i difetti, nel migliore dei casi senza tralasciare i propri.
La naturale capacità di evolversi svanisce tra i vaneggiamenti della ragione, del torto e della pazzia umana.
Si può finire così, come me, a riscoprirsi volta dopo volta come degli sciocchi e testardi marmocchi ossessionati da cose futili e stupide. Vivere ci dimostra che siamo guidati da certezze fondate sul nulla che, di tanto in tanto, rimpiazziamo magniloquentemente con altre ideologie, correnti di pensiero o di fede, che ci risultano un po' più consone al contesto sociale in cui ci troviamo. Ma non motiveremmo mai in questo modo la nostra nuova presa di posizione.
I bambini però non sono così ipocriti.
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